Premio Letterario Nazionale “Carlo Piaggia”
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Maionchi Elisa

Tommaso

Alice non ricordava il momento preciso in cui aveva desiderato di avere un fratello. Aveva amici che le volevano bene, genitori che si amavano e che erano fieri di lei. La sua era una famiglia unita e lei si riteneva fortunata, perché non era facile trovarne di famiglie così. La scuola non le pesava, ci andava volentieri e, tutto sommato, se la cavava con poco. Ma sentiva una sensazione di vuoto, come qualcuno che avrebbe dovuto occupare un posto vicino a lei e per un motivo sconosciuto, non c’era. Non ci faceva caso spesso. Durante il giorno la sua mente era sempre altrove, tra mille pensieri lasciati liberi di girare per la sua testa senza che vi prestasse veramente attenzione. Solo la sera, a volte, quando era nel letto e faticava ad addormentarsi, quella sensazione di vuoto tornava, ancora più forte. Allora piano piano aveva capito che cosa significasse e come mai lo stomaco le si attorcigliava quando le sue amiche raccontavano cosa avevano fatto, dove erano state, cosa avevano ricevuto in regalo dai loro fratelli e sorelle. Lei non avrebbe mai sentito il legame speciale che era oggetto di tutte quelle storie emozionanti che ascoltava.

Anche quella domenica mattina, come tutte le domeniche, dalla cucina si diffondeva l’odore di pancakes che la mamma trovava il tempo di preparare solo nel weekend. C’era però qualcosa di strano nell’aria. I suoi genitori erano troppo agitati. Possibile che avessero litigato? Oppure lei aveva fatto qualcosa di sbagliato? Non sapeva cosa aspettarsi. Fino a poche ore prima aveva sognato di avere un fratello e ora i suoi genitori le venivano a dire che avrebbero preso in affidamento un ragazzino. Che non sarebbe più stata figlia unica. Si sentì sopraffatta da ciò che le avevano detto. Avrebbero portato a casa Tommaso tre giorni dopo. Non le avevano dato il tempo di abituarsi all’idea, il preavviso era stato pochissimo.
Nei giorni dopo non si parlava d’altro. L’unico argomento di conversazione era diventato Tommaso. C’era da arredare la camera, comprare i giochi, rifare il letto. Non era ancora arrivato a casa che lei già lo detestava.
E quando arrivò il giorno, non sapeva come comportarsi, se metterlo a suo agio e fargli domande per conoscerlo, oppure lasciargli i suoi spazi per ambientarsi. Fu un po’ impacciata all’inizio, ma riuscì a trovare la voce per presentarsi e a mascherare quello che provava. Propose a Tommaso anche di giocare insieme, ma lui rifiutò e allora optarono per un film. Tutto sommato era andata bene, al di là delle sue aspettative e ne fu felice. Ma non sapeva che le vere difficoltà dovevano ancora arrivare.
Lei aveva pensato che sarebbe riuscita a instaurare un bel rapporto con quello che, con molte probabilità, sarebbe diventato suo fratello a tutti gli effetti. Invece nelle settimane seguenti non successe niente di tutto questo. Quando il pomeriggio erano in casa da soli, lui se ne stava sempre sulle sue, da solo in camera a giocare o a fare i compiti. Era quasi come se non esistesse, e stava piano piano distruggendo quella bella favola che lei aveva sognato per tanti anni. Quando invece erano tutti e quattro insieme, a cena o a colazione, sembrava un’altra persona. Rispondeva entusiasta alle domande dei genitori sulla scuola e sui compagni e si interessava a sua volta di loro. E allora era come se non ci fosse lei, nessuno sembrava notarla. Non si sentiva chiedere “Alice, come è andata a scuola?”, o non abbastanza, ma piuttosto “Era difficile la verifica di matematica, Tommaso?”. Si sentiva triste e sola.
Tutto cambiò una sera di un paio di mesi dopo. Era ormai arrivato l’inverno e dalla mattina pioveva ininterrottamente. Alice si era svegliata nel mezzo di un temporale, e stesa nel letto, con gli occhi aperti, aspettava che il sonno ritornasse. Sentì la porta della camera cigolare e si spaventò. Davanti al letto, che la fissava, c’era Tommaso. Con una voce timida le chiese se poteva dormire con lei perché aveva paura a stare da solo. Alice si sentì scaldare il cuore. Un misto di felicità e amore che non sapeva come spiegare. Finalmente, Tommaso si era accorto di lei e le aveva chiesto aiuto e conforto. Si addormentarono stretti l’uno all’altra.
Fu in quel momento, un istante prima che il sonno la portasse via, che Alice realizzò quanto in realtà tenesse a Tommaso. Era un sentimento che era cresciuto dentro di lei giorno dopo giorno, anche quando lui non la considerava. Lo aveva capito. Non le importava più se i suoi genitori non le avrebbero dato tutte le loro attenzioni, se le avrebbe dovute dividere con suo fratello. Ora non riusciva a chiamarlo in un altro modo. Alice sapeva che l’affido poteva non andare a buon fine. Poteva accadere. Ma aveva trovato ciò che aveva sempre e solo sognato, e non era pronta a lasciarlo andare.