Premio Letterario Nazionale “Carlo Piaggia”
Città di Capannori
Badia di Cantignano
Casella Postale 73
Capannori (LU)
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EDIZIONE 2018 – CLASSIFICA VINCITORI

Poesia inedita – Primo Premio

“La luna sullo scoglio” di Benito Galilea

Motivazione: Largo affresco in versi, La luna dello scoglio di Benito Galilea rende poeticamente visibile al lettore la condizione e la vicenda del nostro sud e dei suoi figli nel secolo scorso: la povertà, la guerra, l’emigrazione come unico antidoto ai mali sociali… Con intensa discrezione l’Autore celebra un’Italia raminga ma mai doma, capace di tenere insieme l’incancellabile memoria delle origini e l’apertura a un mondo nuovo e a un’altra storia.

Poesia inedita – Secondo Premio

“Pancabbestia” di Fabrizio Bregoli

Motivazione: La poesia Pancabbestia, di Fabrizio Bregoli è un album di istantanee, di flash espressionisti su un mondo vissuto in strada, underground, ai margini della società. Il realismo delle immagini ci catapulta in quel fango e sotto quelle stelle, con in spalla un fagotto tenuto assieme da “spilla da balia che raccorda il cielo al nulla” e che contiene l’essenziale per affrontare la desolazione. Pancabbestia racconta di un viaggio quotidiano, che diventa una perpetua avventura, una sopravvivenza; è un punto di vista scomodo e alternativo che emerge dalle ombre della città, dallo sfondo della scena che i passanti ignorano, da cuori dimenticati. Un manifesto punk, una tragica storia di ultimi.

Poesia inedita – Terzo Premio

“Per caso, in quella terra” di Rita Imperatori

Motivazione: Il Caso e la Scelta (“ Per caso sono nata in quella terra e non altrove, ho scelto invece di amare ogni altra che mi accolga(…); I gesti e le parole (“ i segni che tutti dal principio possediamo”), strumenti universali che possono ridurre le distanze e le divisioni. L’essere ed il sentirsi parte di un Tutto, con la Natura e con l’Umanità intera, fino al punto di “sentire anche i dolori che divampano lontano (…)” e di “confondersi con la carne dei fratelli”. L’aver fatto esperienza di luoghi diversi e l’aver conosciuto “le pene che toccano gli inermi”, gli indifesi, gli ultimi, come via che porta ad essere, anche in sé stessi, diversi e uguali…
È questo il messaggio e l’auspicio, forte, intenso ed universale che, con parole ed immagini sapientemente scelte, la poetessa Rita Imperatori ci ha donato con questo componimento.

Poesia inedita – Menzione Speciale della Giuria

“Mare lontano” Alessandro Corsi

Motivazione: Lo sguardo maturo di un “lento navigante” sul mare della vita, che osserva da una diversa prospettiva, forse più serena, le ansie della passata gioventù. Una saggezza che permette di vedere con occhi nuovi la propria esistenza, di poter fare un resoconto di viaggio con la consapevolezza della “vastità del mare”, della ricchezza delle correnti che si sono incrociate o dell’inesorabilità con cui alle volte si sono divise. Con uno stile semplice e ricco di immagini dai toni del blu, Alessandro Corsi, con la poesia “Mare lontano”, trasmette sensazioni vive e leggere come la brezza, profonde come il mare.

FINALISTI

(in ordine alfabetico)

  • Anna Elisa De Gregorio con la poesia “Il peso del quasi”

  • Ivan Fedeli con la poesia “Il silenzio degli altri – Rete”

  • Silvia Lippi con la poesia “Incontro”

  • Francesco Palermo con la poesia “Viaggi”

  • Luigi Paraboschi con la poesia “Ibrahim ha letto Chatwin”

  • Alfredo Rienzi con la poesia ”Partisti senza un rumore, un fruscio, nulla”

Narrativa inedita

La giuria all’unanimità, in base all’art. 7 del bando di concorso, ha ritenuto non meritevoli di essere premiati gli elaborati pervenuti.

Narrativa Edita – Primo Premio

Motivazione:

Lo stile di Giovanna Nieddu è conciso, essenziale ma allo stesso tempo evocativo.

La scrittrice, con “Io sono Anna, ho attraversato il mare” ci porge un romanzo limpido, incentrato su un destino personale che il lettore è invitato a scoprire con la stessa tenacia e meraviglia propria dell’infanzia. La protagonista, Annuccia, è una bambina esile, loquace, sensibile e intelligente. Sembra di vederla viva e presente mentre corre a perdifiato attraverso i campi, tuffandosi «nell’erba già alta, ancora verde» che restituisce «il profumo estasiante della libertà». Gli altri personaggi intorno a lei, scolpiti con poche parole, agiscono all’unisono con l’ambiente, in una Sardegna lontana nel tempo, profumata di mirto, «arida e pungente», un’isola mitica in cui i sentimento sono aspri e potenti e non conoscono il perdono.
La vicenda di Annuccia si trasforma nella storia emblematica di una bambina un po’ “strega”, come gli altri la definiscono, che non si arrende ad un destino già segnato e che, pur cogliendo nel mistero della nascita e nei legami rituali con la terra ciò che di più antico e profondo caratterizza l’animo femminile, si sottrae alle regole pesantemente vincolanti del suo ambiente familiare, scoprendo orizzonte del tutto nuovi e impensati.
Grazie alla capacità di sviluppare un efficace raffronto tra la mentalità ancestrale ancora diffusa nella Sardegna della metà del Novecento, legata a riti magici e antiche superstizioni, e una sensibilità più moderna, veicolata dai personaggi del romanzo coinvolti nelle trasformazioni socio-culturali dell’Italia della rinascita economica, Giovanna Nieddu si distingue come scrittrice meritevole di una considerazione particolare nel panorama letterario contemporaneo.

Narrativa Edita – Secondo Premio

Vanes Ferlini con l’opera Di terra e di sale, ed. Helicon

Motivazione:

Vanes Ferlini, con la raccolta Di terra e di sale offre ai suoi lettori dodici gustosi racconti,

ciascuno da apprezzare, passo dopo passo, nella sua specificità. Dodici storie dunque di natura diversa, attraverso le quali l’autore rivela una non comune abilità narrativa e un sapiente dosaggio, a seconda dei casi, di ironia o di gravità.
Ma probabilmente ciò che colpisce sopra a tutto in Ferlini, è l’eccezionale capacità d’invenzione. Ben radicato nella contemporaneità, lo scrittore narra vicende realistiche o all’opposto surreali, che portano sottilmente ed efficacemente alla luce le contraddizioni, le assurdità e i paradossi del nostro vivere, ormai in buona parte alienato dalle ragioni profonde dell’esistenza e imperniato su logiche estranee alla sensibilità e ai desideri dell’individuo. È così che, attraverso un’esposizione spesso al presente per rendere più vividi i personaggi e avvincenti le trame, Vanes Ferlini ci introduce in avventure, comiche o tragiche che siano, nelle quali riecheggia il meglio della tradizione letteraria italiana del secolo scorso, e che fanno affiorare con garbo il sentimento interiore degli uomini di ogni latitudine.

Narrativa Edita – Terzo Premio

Roberta Lucato con l’opera La voce di Belforte,  ed. Macchione

Motivazione:

Romanzo poliziesco d'impianto programmaticamente tradizionale,

“La Voce di Belforte Una nuova indagine del giudice Gagliardi” di Roberta Lucato si fa apprezzare dal Lettore per l’accurata descrizione di un ambiente provinciale (la tranquilla Varese), colta in un momento particolarissimo della storia del secolo scorso, come la vigilia dell’ingresso dell’Italia nella Grande guerra.
Così, nell’imminenza di quella tragedia collettiva, se ne consuma, più piccola ma lo stesso efferata, un’altra: l’omicidio di una donna ricca e non più giovane, brutalmente aggredita e uccisa. Saranno necessari tutta l’abilità investigativa e l’acutezza d’ingegno dell’ “eroe indagatore” (il giudice istruttore Gagliardi) e del suo aiutante (il maresciallo Ranzini) per aver ragione delle paure, delle complicità, delle riserve mentali di un mondo piccolo, egoista e attraversato dalle pulsioni di sempre: denaro, sesso, potere.
L’Autrice racconta bene, rispettando le convenzioni e i tempi propri del romanzo d’indagine ed evitando i facili effetti horror/splatter che vanno tanto di moda oggi.